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Il gioco delle mele

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“Il gioco delle mele”

Quello che adesso stringi fra le coltri

è soltanto il ricordo di follie

che rincorresti al tempo delle mele:

fantasmi

che ti ripetono gesti allucinanti.

Null’altro che illusioni aggrappate ad un sogno

rimasto indiscreto .

Lo spazio che le dita riuscivano a comporre

sgualciva l’orlo dei quaderni segreti.

Nel lampo che lo sguardo franava al passo

e ricamava le fantasie dell’orizzonte

tu eri la carne da mordere,

colorata per vaneggiamenti tutto svaniva inesorabilmente

tra le carte ed il video, in abbadono,

trattenendo le mani sul bordo delle vene

che scorrevano tra i minuti dell’ignoto .

Ecco i miei sogni radunati alla sera

pronti a sconvolgere il vuoto dei muscoli.

Pronti a rigare i margini del cielo

con le vocali di fuoco che disgregano il senso.

A volte torna, a volte riprende le parole

ed una luce forsennata 

come il pensiero di colpa o di fuga

rinverdisce la pelle, nel passo liquefatto.

Non ha più senso la bocca inaridita

dove parlava il petalo a confondere

lo sciogliersi dell’onda.

All’improvviso ti svegli e chiedi una carezza

crogiolo di future inesattezze

punto e daccapo nel rombo di un naufragio.

*

Antonio Spagnuolo

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